Chi Siamo
Chi siamo People Art basa la sua attività su una lunga esperienza manageriale interna ad aziende con attività internazionali...
Figura da foto modificata di Micha in Pixabay
1. People Strategy – cosa è e come si differenzia dalla HR Strategy
La People Strategy è la descrizione di come una organizzazione ha deciso di relazionarsi coi propri collaboratori.
In questo senso, il suo scopo non è diverso dalle altre strategie relazionali che una organizzazione può darsi rispetto a suoi altri portatori di interesse. Ad esempio verso clienti, azionisti, pubblica amministrazione, comunità di cittadini in cui è stabilita, o altri gruppi di interesse/ movimenti d’opinione più settoriali. Insomma verso tutti quei soggetti, individuali o collettivi, che con la loro azione possono influire sul successo di una organizzazione.
Le modalità/ comportamenti con cui i collaboratori possono influire sul successo di una organizzazione sono ben noti. Principalmente consistono nei livelli di:
In sintesi, col loro Livello d’Ingaggio, intellettivo ed emotivo, verso gli obiettivi ed il successo della organizzazione.
Una chiara strategia relazionale verso i propri collaboratori è lo strumento principale l’asse portante, su cui poggiano obiettivi assegnazione risorse e processi di gestione del Ciclo di Vita della collaborazione persona-organizzazione, che porta ai risultati desiderati in termini di Livello di Ingaggio, come sopra definito.
Se lo scopo della People Strategy è quello di: definire, rispettare e far rispettare il sistema di relazioni coi propri collaboratori, viceversa la Strategia HR è la descrizione di come la funzione HR ed il Management implementeranno nel concreto e nel quotidiano quel sistema di relazioni.
Quindi, la Strategia HR è la descrizione di:
2. People Strategy – Come si definisce e si scrive
Nel seguito, viene delineato un possibile processo guidato passo passo per definire una People Policy e scriverne il relativo documento, come primo atto delle successive attività di comunicazione (diffusione e discussione).
La possibilità di successo di una People Strategy è determinata da alcuni fattori:
Ecco adesso i passi da seguire per definirla, formalizzarla e comunicarla:
A. Descrivere l’Engagement End State desiderato
E’ lo stato dei rapporti fra organizzazione e collaboratori desiderato, che si vuole realizzare (la condizione di successo della azione organizzativa fra collaboratori ed organizzazione).
Lo stato desiderato si realizza mettendo in pratica, da parte di tutti gli attori organizzativi: azionisti/ proprietà, manager, collaboratori e specialisti HR, la direzione fornita da un People Strategy, progettata e realizzata in modo coerente ai risultati descritti dall’End State.
Questo stato finale deve essere coerente e di supporto anche verso gli obiettivi, la strategia, la missione (1), la visione e lo scopo dell’azienda. In questo senso è anche uno sforzo di bilanciamento fra esigenze differenti, non raramente contrastanti. Bilanciamento per cui non sempre il miglior equilibrio è il “punto di mezzo” fra due interessi contrastanti: talvolta va presa una decisione su cosa privilegiare maggiormente. Ed è proprio in questi momenti che si ha una misura dei veri-valori che animano una data organizzazione, ovvero i suoi vertici.
Di seguito, formiamo un esempio di possibile stato finale dell’ingaggio che si vorrebbe realizzare, è questa descrizione che deve guidare nella definizione di una coerente People Strategy:
L’esempio è piuttosto completo, quindi anche più complesso da realizzare. A seconda delle esigenze dell’organizzazione in un dato periodo, può ovviamente essere semplificato. Sempre e comunque come minimo restando fermi i contenuti dei punti 8 e 9 a seguire.
B. Stabilire lo Scopo e la Missione (1) specifici della People Strategy
Entrambi sono ispirati dallo Stato Finale di Engagement desiderato e sono indirizzati ai collaboratori, come portatori di interesse specifico della People Strategy.
C. Stabilire l’orizzonte temporale della People Strategy
E’ l’orizzonte previsto per la sua validità, dopo di che diviene obbligatorio un suo riesame per verificarne l’adeguatezza o meno ai nuovi scenari da affrontare. Deve essere almeno di 2-3 anni: molto difficile introdurre e consolidare cambiamenti rilevanti in un sistema di relazioni fra organizzazione e portatori di interesse.
E’ anche possibile pensare ad una Roadmap della People Strategy, in cui si parte con pochi obiettivi più urgenti (2-3) per poi costruirne su questi di più ambiziosi, nei cicli successivi di revisione-applicazione della People Strategy (con un criterio di Modello di Maturità).
Naturalmente nulla vieta di modificarla anche prima dei 2-3 anni prefissati, se le condizioni ambientali, o lo stato dei risultati ottenuti, lo suggeriscono;
D. Identificare e descrivere i principali People Values ??dell’azienda
Sono i Valori che per l’organizzazione sono alla base del sistema di relazioni che intende porre in essere con i propri collaboratori. I Valori che improntano la relazione reciproca e che l’organizzazione offre come elemento attrattivo anche ai candidati potenziali.
E. Evidenziare il contesto strategico e la governance della People Strategy
Ovvero: in quale strategia di business si inquadra ed intende supportare la People strategy; chi è responsabile della sua implementazione; chi ne monitora l’avanzamento e come; chi stabilisce di volta in volta gli obiettivi e con quali razionali; chi infine ne assicura l’adeguamento/ evoluzione a fronte di obiettivi e risultati (riesame).
F. Identificare e descrivere i principali Obiettivi della People Strategy.
Ciascuno dei People Values è poi articolato lungo gli elementi: (i) Obiettivi Chiave, che è necessario raggiungere, affinchè lo specifico People Value sia quotidianamente vissuto verificato visibile, (ii) Indicatori chiave di successo, con cui misurare il grado di raggiungimento degli Obiettivi Chiave e (iii) Politiche aziendali correlate.
Sebbene vi sia un ampio grado di libertà nella definizione degli Obiettivi Chiave, in ogni caso devono prevedere:
G. Coinvolgimento - come i dipendenti sono coinvolti nella progettazione, attuazione, monitoraggio e revisione della People Strategy.
H. Condividere la People Strategy – Scrivere, diffondere, discutere il documento di People Strategy (i punti da B a G sono una possibile linea guida per redigere il documento)
3. E dopo?
Non tocca che metterci al lavoro, per metterla in pratica nell’azione quotidiana.
Il danno correlato al mancato ascolto dei bisogni dei collaboratori, e ad una efficace azione di impostare relazioni organizzative coerenti, oggi si manifesta in fenomeni ben noti (ne riparleremo in due articoli che seguiranno):
Management/ Proprietà si ritrovano sempre più soli, così come avevano cominciato non ascoltando, con efficacia inferiore, costi più alti, e difficoltà crescenti di gestione (a)
Per le organizzazioni intenzionate ad avviarsi in un percorso di ascolto dei propri collaboratori, noi di PEOPLE ART (e di yourHR) siamo pronti a supportarvi lungo tutto il processo: dalla definizione della People Strategy alla implementazione, dal monitoraggio al riesame, sino alla elaborazione della Strategia HR che ne discende (processi operativi, organizzazione, sviluppo delle competenze del team HR).
Note al testo
(a) Secondo i risultati del monitoraggio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano i collaboratori che si dichiarano "full engaged" sono passati dal 26% del 2020 al 13% del 2023"
Autori: Domenico Famà ed Ilaria Serra, Partners di PEOPLE ART.
L’articolo è stato anche pubblicato il 28 Giugno 2023 sul sito di yourHR: https://www.yourhr.it/hr/people-strategy-come-vantaggio-competitivo/, una divisione di YOURgroup di cui i due Autori sono Senior Advisors